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"Alfabeto eretico": così s'intitolava questo stesso libro pubblicato nel 2002. Se è vero che a vent'anni dalla morte di Leonardo Sciascia si è fatta più acuta la necessità di "averlo tra noi", già nel titolo ora si sente il bisogno di richiamarne il nome. Anche perché, oggi ancora più di ieri, il nome Sciascia è sinonimo di eresia. America, Amicizia, Fascismo, Gattopardo, Giustizia, Lavoro, Mafia, Manzoni, Moro, Parigi: sono alcune delle "voci" che compongono questo alfabeto suggerito a Matteo Collura, biografo di Sciascia, non soltanto dalle opere dell'autore del Giorno della civetta, ma dalla sua vita privata e pubblica. Il bisogno di verità e giustizia, per lui nato in una terra affamata di verità e giustizia, ne permeò l'universo creativo, l'impegno civile, rendendolo testimone scomodo, libero e perciò "eretico", del suo e del nostro tempo.